«Soffro lo spread». Perché è questo concetto, per molti astratto, che continua a condizionare la vita degli italiani.
Da mesi ormai il termometro dello spread è al centro di politiche di governo, delle analisi finanziarie e purtroppo della vita reale.
Aumentano le tasse, sale il prezzo dei carburanti, scendono i consumi, le famiglie arrancano e tutti danno la colpa al famigerato spread.
Ovvero il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato tedeschi, i migliori dell’area euro, e quelli italiani. Dietro questa parola, però, si nasconde anche altro. L’evidenza che il potere della finanza ha ormai condizionato la vita reale.
«Soffro lo spread» diventa così il messaggio che abbiamo pensato per riportare l’attenzione sulle persone. Sulle loro difficoltà. E soprattutto sui giovani, sempre più costretti a fare i conti con l’assenza di lavoro. Perché siamo noi i primi a soffrire lo spread. Che oscilla, indipendentemente dalla nostra volontà, e ci cambia la vita. In peggio.
«Soffro lo spread» diventa allora l’allarme e, insieme, il grido di riscatto di una generazione. Che non vuole rassegnarsi a subire in silenzio le decisioni dei «grandi». E per questo manifesta. In maniera calma, ma ferma, tutto il suo disagio. Un disagio creativo: «Soffro lo spread», quindi esisto. Quindi sono. Siamo vivi e vogliamo farci sentire. Questa t-shirt è per noi!